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Centro di Accoglienza Padre Nostro - ETS
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«Non ci fermiamo. Ma a Brancaccio ora serve anche lo Stato»

data articolo 12/03/2019 autore Avvenire categoria articolo RASSEGNA
 
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«Non ci fermiamo. Ma a Brancaccio ora serve anche lo Stato»
Articolo di avvenire

«Ma chi si arrende? Noi siamo qui e continuiamo a realizzare i sogni di 3P». Maurizio Artale, presidente del Centro di accoglienza Padre Nostro, si è visto minacciare da ragazzetti che hanno pure frequentato le strutture ludiche di Brancaccio. Uno stillicidio di prove di forza di chi assume atteggiamenti da capetto di quartiere. Così ha preso carta e penna e ha scritto una lettera al “caro Stato”: «La “paranza” di Brancaccio ti ha lanciato il guanto della sfida, la prossima mossa tocca a te». Artale non è tipo da scoraggiarsi. Quando hanno presentato il progetto della piazza di Brancaccio è stato aggredito e minacciato di morte. Ieri ha trascorso tutta la mattinata al commissariato per presentare una denuncia circostanziata di quanto accaduto in questi ultimi giorni. Ha ricevuto attestati di solidarietà da Palermo a Zurigo, da Bologna a Firenze. Dica la verità, si aspettava un’ostilità così immediata a questo progetto? Onestamente non me l’aspettavo. Perché io vedo che Brancaccio sta cambiando, è sempre più abituato a cose belle, alla nascita di importanti iniziative, è stato al centro della visita del Papa. Quando mi sono accorto che lo striscione con la riproduzione del progetto era sparito, assieme a catena e catenaccio, ho pensato che fosse stata l’iniziativa di alcuni volontari. E invece…Da cosa vede che il quartiere sta cambiando? Vedo le mamme che ci portano i bambini ogni giorno, che fin quando era attivo lo spazio-gioco per i piccoli da 18 a 36 mesi lasciavano i loro figli e partecipavano al gruppo free time con le nostre operatrici per impegnarsi in alcuni lavoretti artigianali. Quando non riusciamo ad accogliere nelle colonie estive tutti i bambini che fanno richiesta, i genitori restano delusi. Ma allora quale può essere la causa di questi raid? Io sono convinto che è la prima reazione immediata al fatto che stanno perdendo territorio. E’ la mafia che manda questi ragazzini? No. Penso che gli autori di questi gesti siano spinti da quella mentalità mafiosa che hanno respirato da sempre. Il boss li osserva dal balcone per vedere fino a che punto arrivano, che affidamento possono dare. I ragazzini di 12-13 anni qui sono sempre per strada, le mamme non hanno più autorità per tenerli dentro, i padri spesso sono in galera. Io dico solo che, se non li blocchiamo oggi, saranno i Grigoli e gli Spatuzza (killer di don Puglisi, ndr) di domani. Cosa deve fare lo Stato? Secondo me, deve militarizzare Brancaccio, installare telecamere, scovare chi continua a farsi beffa delle istituzioni, far chiudere le attività illegali. Sono trascorsi quasi 26 anni dall’assassinio di don Puglisi, non si può continuare così. Chiederò al sindaco se ci vuole affidare in comodato d’uso gratuito l’area in cui sorgerà l’asilo, così da presidiarlo con volontari e detenuti in esecuzione penale. Stamperemo un nuovo striscione con il progetto dell’asilo e ripareremo quello strappato. La scuola Puglisi vuole organizzare un momento pubblico sul territorio.

Alessandra Turrisi

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